Lo psicologo dello sport: differenze tra lavoro individuale e di squadra

B-Skilled: psicologia dello sport e della performance Lo psicologo dello sport: differenze tra lavoro individuale e di squadra Torino tecniche squadre psicologo dello sport protocolli ottimizzazione prestazione mental training definizione obiettivi atleti assessment allenamento mentale Il lavoro dello psicologo dello sport, in ottica di miglioramento delle performances, può rivolgersi ai singoli atleti o direttamente alle squadre. Ma quali differenze ci sono? Cerchiamo di spiegarlo in questo articolo, basandoci sulla nostra esperienza diretta in più di 10 anni di lavoro sul campo.

Innanzitutto è bene ricordare che il lavoro con i team non è sempre così facile come possa sembrare. In primo luogo perchè spesso la figura dello psicologo è ancora vista come un “intruso” all’interno dello staff e non sempre gli allenatori sono disponibili ad accettare che un’altra persona, oltre a loro interagisca direttamente con il team. Spesso così lo psicologo inserito all’interno delle squadre sportive si trova comunque a fare sessioni di lavoro individuali con i singoli atleti oppure collabora direttamente con l’allenatore per supportarlo nella gestione delle dinamiche di squadra ma senza interagire direttamente con il team.

Partiamo a vedere quali sono, secondo noi, le maggiori differenze tra il lavoro con i singoli e quello con le squadre.

Assessment: la prima fase del lavoro dello psicologo sportivo è la raccolta di informazioni necessarie per poter identificare su quali aspetti strutturare il programma di allenamento mentale. Per fare questo ci serviamo di sessioni di osservazione dirette in campo (allenamenti e partite), test e questionari e strumenti di misurazione psicofisiologica. Partiamo proprio da quest’ultima modalità: le strumentazioni di biofeedback che utilizziamo per avere informazioni circa la psicofisiologia degli atleti sono strumenti che vengono utilizzati con i singoli atleti e che pertanto non possono essere utilizzati nel caso di un “profilo di squadra”. I test e i questionari sono utilizzati in entrambi i casi ma chiaramente si differenziano nei due casi perchè differenti sono gli aspetti che vogliamo andare ad indagare. B-Skilled utilizza due batterie di strumenti, che raccolgono al loro interno i principali test e questionari disponibili in italiano, che abbiamo chiamato “Sports Assessment Questionnaire” e “Sports Assessment Questionnaire for teams”. La prima batteria, pensata per i singoli atleti, si compone di 11 scale dove andiamo ad evidenziare le abilità mentali fonamentali per una buona prestazione sportiva (gestione dell’ansia, livelli di motivazione, livelli di autoefficacia, capacità di concentrazione, capacità di regolazione psicofisiologica, ecc). La seconda batteria, quella per le squadre, raccoglie invece 8 scale che servono ad indagare alcuni fattori chiave nelle dinamiche di team (livelli di comunicazione intragruppo, livelli di autoefficacia collettiva, stili di leadership presenti nel gruppo, ecc). L’osservazione in campo, sebbene sia utile anche nel lavoro con i singoli atleti, è quanto mai fondamentale quando si lavora con le squadre perchè le dinamiche psicologiche e relazionali su cui dovremo lavorare sono visibili durante l’allenaemento e durante la partita e vengono codificate attraversi delle procedure di osservazione strutturate su diverse sessioni.

Protocolli di intervento: dopo la fase di assesment e la fase di definizione di obiettivi, inizia il training di lavoro vero e proprio. In questa fase le differenze principali sono le tecniche che vengono utilizzate e le modalità con cui vengono proposte. Il lavoro con i singoli altleti spesso avviene presso lo studio dello psicologo e si utilizzano tecniche finalizzate al potenziamento delle aree di miglioramento emerse durante la fase di assessment. Tra le tecniche utilizzate troviamo tecniche finalizzate alla modificazione del dialogo interno, tecniche di respirazione e rilassamento, tecniche di ipnosi sportiva, tecniche che utilizzano il biofeedback come strumento di lavoro, tecniche di decondizionamento o di potenziamento delle abilità di coping. Le tecniche che si utilizzano all’interno del team invece sono prevalentemente di tipo cognitivo e vengono proposte a tutta la squadra: si lavora dunque molto con sessioni di brainstorming e problem solving su situazioni specifiche, con sessioni di “psicoeducazione” per spiegare alle squadre alcuni processi psicologici che si creano nei gruppi di lavoro, si utilizzano simulate e roleplaying per favorire l’emergere di aspetti comunicativi, si lavora con tecniche di negoziazione e gestione conflitti, tecniche di teamworking e teambuilding. Ovviamente alcune tecniche individuali (es. esercizi di rilassamento) possono trovare ampio spazio anche nel lavoro con le squadre.

Coinvolgimento dell’allenatore: spesso seguiamo atleti individualmente che non possono o vogliono far sapere al loro allenatore che vanno da un preparatore mentale (e non ci soffermiamo sulle implicazioni che questo comporta!!!). Nonostante si cerchi, laddove possibile, di coinvolgere gli allenatori, anche solo per avere informazioni utili per l’atleta, se il nostro committente (l’atleta) decide di lasciare fuori l’allenatore il lavoro di mental training individuale è comunque possibile. Il lavoro con i team invece non può prescindere dal coinvolgimento attivo dell’allenatore con il quale si deve per prima cosa instaurare una relazione di fiducia e scambio reciproco. Paradossalmente, nel lavoro con le squadre, gran parte del nostro tempo è dedicato proprio a questo delicato aspetto.

Setting: nel lavoro individuale l’ambiente di lavoro è prevalentemente lo studio del professionista che accoglie l’atleta anche se, a differenza di quanto può accadere nella clinica, lo spazio di lavoro “fuori casa” è sempre molto ampio. Spesso le sessioni di lavoro con gli atleti quando si è in trasferta con loro viene svolto dove capita e dove si riesce: a noi (ma come a tutti i colleghi che sono operativi sul campo!) è successo di fare sessioni di mental training nei container, negli spogliatoi, nelle camere di albergo… e in ogni spazio che si trova a disposizione sul luogo di allenamento. Nel lavoro con le squadre invece le sessioni vengono prevalentemente svolte in palestra dove il team si allena, anche perchè molte delle tecniche che vi abbiamo descritto sopra richiedono ampi spazi per far muovere 10 o più persone contemporaneamente.

Abilità e competenze che si allenano: come abbiamo anticipato nella fase di assessment i punti di attenzione del lavoro individuale sono molto differenti da quelli di un team. Se siete incuriositi di sapere esattamente su cosa andiamo ad operare vi consigliamo di leggere i nostri e-booklet sull’argomento entrando così nel nostro mondo, MAGIC (per il lavoro di squadra) ed EVOLUTION (per il lavoro individuale).

E ora concludiamo con la domanda fatidica: per uno psicologo sportivo è più facile lavorare con i singoli atleti o direttamente con le squadre? Noi una risposta ce l’abbiamo ma fateci sapere la vostra se volete!!!

 

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