Che cos’è il self-talk?

Sai di essere nei guai quando cominci ad urlare a te stesso come urleresti ad un cane che ti ha morso una gamba. Non farlo ! C’è già il tuo avversario che cerca di batterti sul campo. Se te la prendi con te stesso, ci saranno due persone sul campo che cercano di batterti

Brad Gilbert.

 

Quante volte in un campo da gioco ci siamo detti: “Non valgo niente”, “Non imparerò mai”,  “Questo cosa è troppo difficile, non riesco a farla”, “Smetti che sei una pippa”,  “Fai sempre gli stessi errori”.

Bene… anzi male!!! Perché sul piano pratico gli effetti NEGATIVI di queste forme di pensiero sono molteplici:

  • concentrazione focalizzata sugli errori,
  • profezie che si autorealizzano,
  • prestazioni mediocri per evitare i rischi (e i fischi…), 
  • aumento del sentimento di stress e rabbia,
  • riduzione della fiducia nelle proprie capacità.

Ma cos’è il Self-Talk?

Hardy (2006) ha suggerito che dovrebbe essere definito come (1) una o più verbalizzazioni, gesti o dichiarazioni rivolte al sé; (2) di natura multidimensionale e dinamica; (3) avente elementi interpretativi associati al contenuto delle dichiarazioni utilizzate, che può essere utilizzato per almeno due funzioni:

  1. una istruttiva, indirizzata su aspetti tecnico/tattici ed utile ad aumentare e direzionare la propria concentrazione(“Tira lì la palla”), facilitando un lavoro di precisione durante l’allenamento, aiutando l’atleta a identificare gli errori e aumentando la probabilità di correggerli in seguito (Cutton e Landin, 2007; Latinjak et al., 2009);
  2. una motivazionale, utile per migliorare lo sforzo e la fiducia in se stessi (“Dai il massimo”), soprattutto in situazioni di competizione o alta pressione, creando stati emotivi positivi, facilitando lavori di potenza e resistenza (Beilock e Carr, 2001; Hatzigeorgiadis, Theodorakis, and Zourbanos, 2004).

Van Raalte e colleghi (2016) hanno identificato due tipi di self talk:

  • il Sistema I) intuitivo, che viene in mente spontaneamente e rappresenta l’immediata reazione emotiva ad una data situazione;
  • il Sistema II) razionale, consapevole e deliberato, che può avvenire in un secondo momento.

Per esempio, un atleta subito dopo aver perso un punto può esclamare “Dannazione, fai schifo”, ma dopo la reazione iniziale (Sistema I) può dirsi, anche solo nella sua testa, “Ora non sbagli più”, e passare ad una fase proattiva nel gioco (Sistema II).

Tuttavia, questo potrebbero non essere vero per tutti gli atleti e per questo motivo è così importante essere consapevoli dei propri pensieri e in caso provare a cambiarli.
Per esempio, Zourbanos e colleghi (2009) hanno sviluppato un questionario (ASTQS) che indaga nello sport quattro tipi self talk positivo (incitazioni, fiducia, istruzioni e controllo dell’ansia), tre di dialogo interiore negativo (preoccupazione, distacco e affaticamento) e uno sui discorsi irrilevanti. Anche Hardy e colleghi (2005) hanno cercato di valutare la forma del dialogo interiore dell’atleta strutturando il Self Talk Use Questionnaire (STUQ).

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BIBLIOGRAFIA

Beilock, S. L., & Carr, T. H. (2001). On the Fragility of Skilled Performance: What Governs Choking under Pressure? Journal of Experimental Psychology: General, 130, 701-725.

Cutton, D. M., & Landin, D. (2007). The effects of self-talk and augmented feedback on learning the tennis forehand. Journal of Applied Sport Psychology, 19, 288–303.

Hardy, J., Hall, C. R., & Hardy, L. (2005). Quantifying athlete self-talk. Journal of Sports Sciences, 23, 905–917.

Hardy, J. (2006). Speaking clearly: A critical review of the self-talk literature. Psychology of Sport and Exercise, 7(1), 81–97.

Hatzigeorgiadis, A., Theodorakis, Y., & Zourbanos, N. (2004). Self-talk in the swimming pool: The effects of ST on thought content and performance on water-polo tasks. Journal of Applied Sport Psychology, 16, 138–150.

Latinjak, A., Torregrosa, M., & Renom, J. (2009). Aplicando el auto-habla al tenis: Su 19 impacto sobre el foco atencional y el rendimiento [Applying self-speech to tennis: 20 Its impact on the atentional focus and performance]. Cuadernos de Psicología del 21 Deporte, 9(2), 19-29.

Latinjak, A., Hatzigeorgiadis, A., Comoutos, N., & Hardy, J. (2019). Speaking clearly … 10 years on: The case for an integrative perspective on self-talk in sport. Sport, Exercise, and Performance Psychology, 8, 354-367.

Zourbanos, N., Hatzigeorgiadis, A., Chroni, S., Theodorakis, Y., & Papaiannou, A (2009). Automatic self-talk questionnaire for sports (ASTQS): Development and preliminary validation of a measure identifying the structure of athletes’ self-talk. The Sport Psychologist, 23, 233-251.

Zourbanos, N., Tzioumakis, Y., Araujo, D., Kalaroglou, S., Hatzigeorgiadis, A., Papaioannou, A., & Theodorakis, Y. (2015). The intricacies of verbalizations, gestures, and game outcome using sequential analysis. Psychology of Sport and Exercise, 18(1), 32–41.

Van Raalte, J. L., Vincent, A., & Brewer, B. W. (2016). Self-talk: Review and sport-specific model. Psychology of Sport and Exercise, 22, 139-148.

 

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