Gestire l’e-vento inatteso con il team building in barca a vela

B-Skilled: psicologia dello sport e della performance Gestire l'e-vento inatteso con il team building in barca a vela Torino team working team building psicologia del lavoro psicologia aziendale outdoor training barca a vela L’obiettivo di questo breve articolo è spiegare, alla luce dell’esperienza sul campo o meglio sul mare, quali sono le possibilità “visibili” e soprattutto “nascoste” che un team building in barca a vela può offrire alle aziende e qual è l’intervento che uno psicologo del lavoro e dello sport può offrire. Il team building in barca a vela è un’attività spesso proposta in azienda come strumento di formazione: la metafora della barca è infatti molto aderente alla realtà organizzativa:

Se proviamo a dare concretezza e pertinenza alla metafora possiamo generalmente supporre il seguente parallelismo:

  • la barca a vela come lo spazio aziendale e le risorse disponibili;
  • l’equipaggio come il team di lavoro;
  • il mare come il mercato in cui l’azienda “naviga”;
  • le variabili meteo-marine come gli imprevisti/l’inatteso con cui l’azienda deve interagire.
  • Possiamo quindi intendere con visibile tutto ciò che ha a che fare con il gioco di squadra, mentre con più nascosto tutto ciò che riguarda la strategia e la meteorologia.

Facciamo allora una prima puntualizzazione su tutte quelle competenze che sono naturalmente allenabili e più visibili quando si decide di intraprendere un training esperienziale di questa portata.

Dal punto di vista psicologico, le skills che si possono osservare in barca sono molteplici e sono le medesime che caratterizzano i professionisti nel loro lavoro quotidiano:

  • capacità di lavorare in gruppo
  • clima
  • lo stile di leadership
  • la capacità di rispettare i ruoli e di coordinarsi
  • la self-efficacy individuale e di gruppo
  • le strategie di comunicazione efficace
  • la gestione delle emozioni
  • la gestione delle emergenze
  • la capacità di adattamento
  • la gestione dello spazio comune
  • il processo decisionale
  • l’assertività
  • la disciplina e l’autocontrollo

Potremmo continuare ancora, è doveroso da parte nostra dire, per fare ordine, che possiamo lavorare sull’individuo come sul gruppo, su aspetti più hard come il metodo, il ruolo e gli obiettivi come su aspetti più soft come la leadership, la comunicazione e il processo. Senza contare, e questo è un aspetto fin troppo trascurato, la dimensione degli apprendimenti non pianificati in sede di progettazione.

Fin qui abbiamo parlato di aspetti più visibili. Proviamo ora, come accennato all’inizio a identificare e dialogare con potenzialità più “nascoste” nel lavoro in barca a vela.

Abbiamo toccato con mano quanto oramai il confine di un’organizzazione sia molto più sfumato: quello che succede in un lontano paese ha un’incidenza quasi immediata nel mio lavoro, “l’effetto butterfly” si misura nel breve periodo. Le stesse aziende sono un via vai di consulenti: l’outsourcing e abbattimento dei costi sono vitali per il “galleggiamento” di un’azienda che opera in un mercato competitivo e non solo.

Alla luce di queste considerazioni una variabile non più solo episodica e eccezionale, ma diventata una costante nelle organizzazioni è l’incertezza. Non è una variabile dalla sola accezione negativa, ma è costitutiva e generativa dell’esperienza organizzativa. Riconoscerla è fondamentale e i modelli stessi e le prassi adottate rischiano di essere incomplete e limitanti.

Ecco che in questo punto diventa interessante e stimolante lavorare con le potenzialità nascoste di un team building in barca a vela per cogliere appieno e metaforicamente questi aspetti.

Proprio considerando la situazione socio-economico nei tempi che stiamo vivendo con un risvolto a dir poco “tellurico” per le aziende, la metafora del clima calza a pennello, proprio perchè rilevante e pertinente. Tradotto in termini pratici vuol dire in sede di formazione lavorare con i partecipanti ad anticipare l’inatteso.

Questo dimensione parla un linguaggio nuovo, da qui il titolo “oltre” la barca a vela. Linguaggio nuovo in quanto si tratta di esercitare skills più raffinate, più vicine allo spirito del tempo attuale. Non è banale infatti costruire un valore assieme alle persone su cos’è un e-vento inatteso, quali sono i meccanismi che anticipano in modo negativo una situazione e come, in termini pratici, anticipare, prefigurare a essere pienamente mindful o concentrati. Proprio qui, il lavoro ad esempio con la meteorologia, rappresenta un’interessantissima analogia con l’azienda e il sui ambiente di riferimento per allenare innanzitutto la consapevolezza e poi, come in termini pratici, trasferire nella propria organizzazione questa variabile (carry-over).

E poi l’obiettivo. La direzione che la barca deve prendere o meglio quello che il gruppo ha deciso di intra-prendere. Anche qui la il lavoro con la strategia e con gli obiettivi, sapendo esattamente come si muove una barca a vela che la pianificazione assoluta è un’utopia e che la direzione necessita continui accorgimenti, virate, prese di decisione ed ad un lavoro complesso più che comlicato.

L’esperienza in barca a vela in sintesi ha il vantaggio accelerare il processo facendo emergere dinamiche individuali e di gruppo in tempi relativamente brevi, essendo una situazione che “rompe” i normali schemi di pensiero e facilita la “caduta” della maschera individuale (come se fosse un role-play). E’ così facile per i facilitatori poter osservare e filmare le persone mentre agiscono senza censura, mettendo in campo i comportamenti automatici, evidenziando così gli schemi efficaci da valorizzare e eventuali schemi disfunzionali da portare a conoscenza e migliorare. Un lavoro quindi su potenzialità visibili (fattori di base) e un lavoro su potenzialità meno visibili (fattori di ordine superiore)

Il lavoro dello psicologo aziendale che propone all’azienda questo tipo di esperienza è molteplice:

  • in primis, dall’analisi dei bisogni identifica le skills che l’azienda desidera implementare;
  • attraverso l’osservazione e il feedback aiuta i partecipanti a diventare consapevoli del proprio comportamento e della modalità con cui manifestano le suddette skills;
  • propone delle situazioni in cui i partecipanti sono obbligati a mettere in campo e allenare le skills in questione, con il supporto dei facilitatori che forniscono strumenti psicologici adeguati per lo sviluppo e il potenziamento delle competenze.

Fare una formazione esperienziale in barca a vela è quindi molto di più di fare un semplice giro in barca e spesso sono le stesse aziende a non cogliere appieno le potenzialità di questa esperienza formativa, soffermandosi maggiormente sulla parte ludica ed emotiva che caratterizza il momento in cui si è in barca.

Ma poichè l’obiettivo ultimo di questo tipo di formazione non è regalare una gita alternativa, così come non è insegnare alle persone ad andare in barca, riteniamo che vi siano alcuni aspetti spesso trascurati dalla formazione (come delineato sopra)

E sono proprio quegli aspetti su cui il gruppo può essere invitato a lavorare e, in molti casi, rappresentano i veri momenti formativi perchè pongono il soggetto e il gruppo in una vera “learning zone” dove diventano protagonisti attivi aldilà del divertimento che si può provare in barca, proprio il tempo che stiamo vivendo impone più responsabilità da parte di tutti e a tutti i livelli.

Per questo motivo parliamo di team building “oltre la barca”. E per fare questo è necessario che il team formatori sia composto da professionisti con competenze diverse e specialistiche.

Il nostro team di lavoro si avvale della consulenza di skipper formati alle dinamiche aziendali e con competenze specialistiche nell’analisi delle variabili meteo-marine.

L’armamento della barca, il carteggio, lo studio e l’analisi delle condizioni meteo-marine sono aspetti spesso molto trascurati nei sailing teambuilding, eppure rappresentano un’occasione meravigliosa per osservare e allenare le skills individuali e di gruppo.