Giocoleria e Mental Training

Tra i vari strumenti che lo psicologo utilizza nei sui percorsi di mental training, ce n’è uno di cui sicuramente non avete sentito parlare: la giocoleria! Innanzitutto è giusto chiarire cosa sia la giocoleria… Cominciamo con il dire che nessuno psicologo chiederà all’atleta di andare in mezzo alla strada a fare dei numeri da circense (senza nessuna offesa per chi lo fa), ma che tutto quello che serve sono le tre classiche palline colorate da giocoleria. Anche se può sembrare strano, sono tantissimi i benefici che possono essere portati dall’utilizzo delle tre palline da giocoleria all’interno di un percorso di mental training. Grzegorz Więcław, uno Psicologo dello Sport polacco, per esempio, utilizza da anni, con successo la giocoleria con i suoi atleti.

Quali benefici?

Per parlare dei benefici che possono essere portati dall’uso delle tre palline, comincio, paradossalmente, con i “rischi” nell’utilizzo. Nonostante ci siano alcuni articoli scientifici che confermano il successo nell’uso della giocoleria, è molto importante che lo psicologo abbia perfettamente chiaro in testa che essa sia uno strumento utile e anche divertente, ma che non può essere utilizzato come unico strumento in un percorso di mental training, perché c’è il rischio sia che non raggiunga lo scopo, sia che gli atleti o i dirigenti svalutino il lavoro del professionista.Detto questo vediamo come l’utilizzo delle tre palline possa essere un ottimo alleato per il mental coach.

Alleniamo il cervello.

Alcuni psicologi (Draganski et al., 2004) hanno dimostrato che tra due gruppi di persone, uno allenato con la giocoleria e uno senza, quelli che hanno ricevuto un allenamento tramite l’uso delle tre palline hanno migliorato i processi di memorizzazione delle informazioni, percezione spazio-temporale e anticipazione del movimento degli oggetti.

Altri grandi benefici sono stati osservati sulla concentrazione, sulla coordinazione occhio-mano e sul pensiero creativo.

Nella quasi totalità degli sport, sebbene gli atleti abbiano già allenato particolarmente queste capacità, un ulteriore supporto potrebbe portare solo benefici.

 Impariamo a sbagliare.

Per quanto riguarda il lato cognitivo ed emotivo, il maggior beneficio portato dall’utilizzo della giocoleria è portato dal processo di apprendimento della giocoleria; per imparare ad utilizzare le famose tre palline in maniera fluida e continuativa, infatti, ci vuole molto allenamento e, soprattutto all’inizio, molta pazienza.

Quello che le persone impareranno piano piano è a conoscere il loro modo di gestire la frustrazione del fallimento poiché, fino a quando non si acquisirà un movimento fluido, le palline cadranno un bel po’ di volte (scusate il gioco) e quindi sarà fondamentale imparare a gestire la frustrazione.

Anche la motivazione è direttamente collegata al fallimento, infatti più volte la persona si piegherà per raccogliere le tre palline colorate per ricominciare a provare, più si potrà vedere una motivazione alta nell’imparare a giocolare. Tutto questo può facilmente essere trasposto allo sport e all’apprendimento dei gesti atletici più difficili e articolati.

Un altro beneficio a livello cognitivo è dato dal fatto che, per insegnare il movimento fluido, è importante suddividere il lancio delle palline in “chunks” più piccoli e semplici (imparare a lanciare una pallina per volta per esempio) per poi unire il tutto nel gesto più complesso. Anche in questo caso è una skill importante da trasporre all’apprendimento di gesti tecnici.

Infine, a livello cognitivo, l’atleta, mano a mano che impara a giocolare, aumenta il proprio senso di autoefficacia e a combattere, nei casi in cui fosse presente, il senso di impotenza o incapacità di acquisire nuove skills.

Gestiamo lo stress.

Abbiamo visto precedentemente che il giocolare non è un’attività solo divertente, ma anche utile per l’apprendimento di alcune skills. Vi stupirete nello scoprire che la giocoleria ha effetti anche terapeutici nella gestione dello stress e dell’ansia. Alcuni ricercatori giapponesi del Kagoshima University (Nakahara et al, 2007) hanno dimostrato che la giocoleria ha benefici addirittura sulla depressione. Ma in che modo? Se qualcuno di voi conosce lo strumento della Mindfulness, conosce già l’importanza di concentrarsi su sensazioni corporee per allontanarsi dall’ansia e dai pensieri negativi (mi scuserete per l’eccessiva sintesi di questo strumento); ecco, il giocolare può avere lo stesso effetto della Mindfulness e di altre tecniche di rilassamento poiché, dovendo restare concentrati sul lanciare ed afferrare fluidamente le palline, la persona avrà lo stesso effetto di “distacco” dai pensieri e dagli stati di ansia che possono essere portati dalla Mindfulness. Ovviamente, come ho già detto precedentemente, non è pensabile di utilizzare solamente la giocoleria in un percorso di gestione dell’ansia, ma ovviamente come supporto ad altre tecniche e strumenti.

Giocoliamo di squadra.

Se non utilizzato con un atleta singolo, ma con un gruppo di atleti, la giocoleria può avere importanti benefici anche a livello di squadra.
Il primo fra tutti è quello di strumento di “team-building”, soprattutto se usato in momenti in cui il gruppo è in formazione e ha bisogno di giochi di cooperazione per “fare gruppo”. La giocoleria, infatti, si può insegnare facendo lanciare le palline in coppia (scambiando spesso le coppie di atleti) e utilizzandole sia per giochi di cooperazione sia per giochi competitivi, facendo sfidare gli atleti, ad esempio, a prendere al volo la pallina che il compagno lascia cadere ad un certo momento.
Tramite questi giochi, gli atleti avranno anche dei benefici sulla comunicazione poiché essa è fondamentale per coordinarsi e lanciare ed afferrare le palline in coppia nel modo più corretto.
Tutti i benefici sopracitati sono benefici molto importanti in un percorso di mental training; c’è ancora un beneficio di cui non ho parlato: il divertimento! La giocoleria, infatti è un’attività divertente sia per lo psicologo sia per gli atleti, quindi perché non aggiungere questo strumento nella nostra cassetta degli attrezzi??

Ah, ovviamente il consiglio più importante è che lo psicologo impari a giocolare nella maniera più corretta prima di insegnarlo agli atleti, quindi, imparate lanciare e afferrare le tre palline colorate!

Bibliografia 

Mirosław Urban, Paweł Fortuna, Piotr Markiewicz (2005) Brain likes juggling, Characters – Polish Psychological Magazine Nr 5/2005

Bogdan Draganski1, Christian Gaser2, Volker Busch1, Gerhard Schuierer3, Ulrich Bogdahn1 & Arne May (2004) Neuroplasticity: Changes in grey matter induced by training, Nature 427, 311-312

Toshihiro Nakahara*1, Kazuhiko Nakahara2, Miho Uehara1, Ken- ichiro Koyama1, Kouha Li1, Toshiro Harada1, Daisuke Yasuhara1, Hikaru Taguchi1, Sinya Kojima1, Ken-ichiro Sagiyama1 and Akio Inui (2007) Effect of juggling therapy on anxiety disorders in female patients, BioPsychoSocial Medicine 2007, 1:1 (http://www.biomedcentral.com/content/pdf/1751-0759-1-10.pdf)