Perfezionismo = pressione??

È stato a lungo riconosciuto che i genitori svolgono un ruolo importante nella prima socializzazione sportiva dei loro figli (Fredricks & Eccles, 2004), tuttavia, tale influenza e coinvolgimento diminuisce man mano che i bambini progrediscono e crescono nello sport. Rispetto all’infanzia, l’adolescenza è un momento in cui gli atleti in genere cercano una maggiore indipendenza dai loro genitori (Dorsch, Thrower e Lowe, 2020) e sviluppano contemporaneamente legami sociali più forti con altri significativi al di fuori della famiglia (Appleton & Curran, 2016; Jowett & Timson-Katchis, 2005). È in questo contesto che gli allenatori svolgono un ruolo importante nel fornire feedback e valutazioni relative alle prestazioni (Fredricks & Eccles, 2004; Gucciardi, Mahoney, Jalleh, Donovan e Parkes, 2012; Wylleman e Lavallee, 2004).

L’influenza dei genitori e degli allenatori è di particolare interesse per i ricercatori che studiano il perfezionismo nello sport perché si ritiene che le pressioni socialmente guidate da altri significativi (cioè interpersonali), nel periodo dell’adolescenza, influenzano lo sviluppo delle tendenze perfezionistiche degli individui sia nello sport (Appleton & Curran, 2016; Madigan et al., 2019) che in altri contesti (Flett, Hewitt, Oliver e Macdonald, 2002; Perera & Chang, 2015).

Il perfezionismo nello sport può essere concettualizzato come un costrutto multidimensionale e una disposizione motivazionale che consiste nel grado in cui gli atleti:

  • stabiliscono e si sforzano di raggiungere standard di prestazione molto elevati (o perfetti), etichettati come sforzi perfezionistici;
  • sono preoccupati per le conseguenze del mancato raggiungimento di questi standard elevati, etichettati come preoccupazioni perfezionistiche (Dunn et al., 2016; Gotwals, Stoeber, Dunn e Stoll, 2012).

Una recente ricerca ha indicato che le tendenze perfezionistiche sono generalmente inferiori tra gli individui che praticano sport ricreativi rispetto a livelli più elevati di sport competitivo (Rasquinha, Dunn e Causgrove Dunn, 2014).

Comprendere il ruolo dei genitori e degli allenatori all’interno di questo processo è fondamentale, perché la ricerca ha dimostrato che livelli elevati di pressione negli atleti adolescenti comportano una serie di caratteristiche disadattive tra cui una maggiore paura del fallimento/valutazione sociale e un ridotto ottimismo (Dunn et al., 2020), preoccupazione per l’immagine corporea (Dunn, Craft, Causgrove Dunn e Gotwals, 2011), minore grinta (Dunn, Kono, Cormier, Causgrove Dunn e Rumbold, 2021), maggiore rabbia (Vallance, Dunn e Causgrove Dunn, 2006), bassa autostima (Gotwals e Dunn, 2009) e frustrazione dei bisogni psicologici (Mallinson & Hill, 2011).


Inoltre, la ricerca ha dimostrato che gli atleti in genere cercano una maggiore indipendenza dai loro genitori mentre passano dall’infanzia all’adolescenza e alla prima età adulta (Dorsch et al., 2020). Questa maggiore indipendenza può creare minori opportunità per i genitori di trasmettere ai propri figli feedback e aspettative relative alle prestazioni; oppure man mano che gli atleti attraversano l’adolescenza e raggiungono l’età adulta, possono semplicemente diventare meno accettanti, meno aperti o attribuire meno valore al feedback e alle aspettative dei loro genitori, diventando più dipendenti dai loro allenatori. In questa fase, quindi, gli atleti possono percepire una maggiore pressione (e standard di prestazione non realistici) da parte degli allenatori perché credono che soddisfacendoli potrebbe influire direttamente sui loro progressi e portarli verso livelli più elevati di competizione sportiva (Dunn et al., 2021).

Concludendo, diventa fondamentale educare i genitori e gli allenatori su come i messaggi che trasmettono ai giovani atleti differiscono in base all’età e possono influenzare il modo in cui gli atleti si sentono, pensano e comportano nello sport (Appleton & Curran, 2016).

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BIBLIOGRAFIA

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  • Wylleman, P., & Lavallee, D. (2004). A developmental perspective on transitions faced by athletes. In M. R. Weiss (Ed.), Developmental sport and exercise psychology: A lifespan perspective (pp. 507–527). Fitness Information Technology.