Qual è il ruolo dei genitori nello sport?

Nell’ultimo decennio è cresciuto notevolmente l’interesse accademico nei confronti dei genitori e del loro coinvolgimento nello sport giovanile, fornendo spunti interessanti sui fattori di stress, sulle esperienze e sui comportamenti positivi e negativi associati alla genitorialità (Holt and Knight, 2014).

Secondo Keegan e colleghi (2010), i genitori (così come gli allenatori e i compagni) possono influenzare:

  • l’intenzione di fare sport;
  • l’impegno e il divertimento;
  • l’interesse per l’apprendimento di nuove abilità;
  • la spinta a continuare di fronte alle difficoltà.

Sebbene si sia tentati di concludere che certi comportamenti dei genitori siano in assoluto negativi, il loro coinvolgimento è molto più complesso. Ad esempio, alcuni comportamenti (presenza, consigli, incoraggiamento, supporto emotivo) possono avere un effetto positivo durante la prima infanzia, ma successivamente portare a conflitti con l’allenatore e/o con gli atleti (Lauer et al., 2010), sentendo mancanza di autonomia (Deci e Ryan, 2002).

Molte società, per affrontare questo problema, fissano un decalogo, consigliando i genitori di sdrammatizzare, incoraggiare, esaltare i risultati positivi e alleggerire le sconfitte. Spesso li obbligano a non entrare in campo e negli spogliatoi, di lasciare che la borsa se la portino i ragazzi da soli e di non discutere con l’allenatore di aspetti tecnici o tattici, nonché di rispettare i compagni e gli altri genitori, senza tuttavia riscontrare spesso grande successo.

Vicent e colleghi (2015) suggeriscono, invece, di dare l’opportunità ai genitori di conversare su una tematica, di esplorare e confrontare le proprie esperienze, piuttosto che creare una serie di lezioni ed incontri formativi, utili ma fini a sé stessi. Seguendo infatti la teoria dell’autodeterminazione (Ryan e Deci, 2002), è solo attraverso l’autonomia, la relazione e la competenza, creata attraverso un lavoro sulla consapevolezza di sé, che si riesce ad ottenere un clima basato su una forte motivazione intrinseca utile al cambiamento e all’apprendimento del genitore.

Concludendo, dato l’impatto che i genitori possono avere sulle esperienze sportive e di crescita dei loro figli, diventa fondamentale progettare un programma per aiutarli a capire e gestire al meglio il loro ruolo all’interno del contesto sportivo (Horn e Horn, 2007; Harwood e Knight, 2015).

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BIBLIOGRAFIA
  • Harwood, C. G. and Knight, C. J. (2015). Parenting in youth sport: A position paper on parenting expertise. Psychology of Sport & Exercise, 16, 24–35.
  • Holt, N. L. and Knight, C. J. (2014). Parenting in youth sport: From research to practice. London, England: Routledge.
  • Horn, T. S. and Horn, J. L. (2007). Family influences on children’s sport and physical activity participation, behavior, and psychosocial responses. In G. Tenenbaum & R. C. Eklund (Eds.), Handbook of sport psychology (3rd ed., pp. 685–711). Hoboken, NJ: Wiley.
  • Keegan, R., Spray, C., Harwood, C. and Lavallee, D. (2010) The Motivational Atmosphere in Youth Sport: Coach, Parent, and Peer Influences on Motivation in Specializing Sport Participants, Journal of Applied Sport Psychology, 22:1, 87-105.
  • Lauer, L., Gould, D., Roman, N., and Pierce, M. (2010). Parental behaviors that affect junior tennis player development. Psychology of Sport and Exercise, 11(6), 487–496.
  • Ryan, R. M., and Deci, E. L. (2002). Overview of self-determination theory: An organismic-dialectical perspective. In E. L. Deci & R. M. Ryan (Eds.), Handbook of self-determination research (p. 3–33). University of Rochester Press.
  • Vincent, A. P. and Christensen, D. A. (2015). Conversations with Parents: A Collaborative Sport Psychology Program for Parents in Youth Sport, Journal of Sport Psychology in Action, 6, 73–85.