Gli elementi chiave del self-talk

Nel precedente articolo, abbiamo iniziato a scoprire il self-talk e a cosa serve nello sport.

Il lavoro di Hardy (2006) ha ispirato un ampio corpus di ricerche che hanno notevolmente migliorato le nostre conoscenze sul dialogo interiore.

Gli elementi chiave del self-talk

B-Skilled: psicologia dello sport e della performance Gli elementi chiave del self-talk mental training dialogo interno

Gli aspetti differenti che sono stati considerati come elementi chiave del self talk riguardano:

  • le modalità di verbalizzazione, che può essere articolata ad alta voce oppure dentro la propria testa (Van Raalte et al., 2016; Zourbanos et al., 2016). Per promuovere un uso più autodeterminato del self talk, diversi lavori hanno lasciato ai partecipanti la possibilità di scegliere tra parlare apertamente o in modo silenzioso (Hatzigeorgiadis, Zourbanos, et al., 2014);
  • le funzioni, che sembrano servire non solo per scopi istruttivi o motivazionali (Hardy, 2006; Zourbanos et al., 2016), ma anche per una serie di funzioni cognitive, emotive e comportamentali;
  • gli elementi interpretativi, che potrebbero essere diversi in base ai soggetti e al contesto in cui viene emesso e per questo dovrebbe essere esplorato attraverso domande di controllo dai ricercatori (Hardy, 2006; Van Raalte et al., 2016);
  • la valenza che, a differenza dei lavori di Hardy (2006), inizia a perdere di significato venendo superata dal concetto di funzione;
  • la natura dinamica, cioè se l’atleta riflette sulle parole chiave utilizzate nell’intervento strategico e decide, in modo autonomo, di usare quella frase per risolvere un problema, allora diventa un self talk organico diretto agli obiettivi (Hardy, 2006; Brick, MacIntyre e Campbell, 2016);
  • le origini, che riguardano il momento in cui si verifica il self talk cioè in reazione all’evento (organico) oppure in base ad un piano prestabilito (strategico) (Zourbanos et al., 2016).

Latinjak e colleghi (2019) credono che il self talk debba quindi essere descritto come: “un dialogo interiore che prende forma nelle verbalizzazioni rivolte al sé, in modo aperto o nascosto, caratterizzate da elementi interpretativi associati al loro contenuto, e (a) riflette interazioni dinamiche tra processi cognitivi organici, spontanei e finalizzati all’obiettivo, o (b) trasmette messaggi per attivare risposte attraverso l’uso di segnali predeterminati sviluppati strategicamente, al fine di ottenere dei risultati.”

Secondo Beck (1976), gli individui non sono sempre consapevoli del proprio dialogo spontaneo, tuttavia, possono imparare a identificarlo e, quindi, diventare in grado di esaminare qualsiasi pensiero spontaneo, le relative emozioni e, se utile, sostituirlo con un pensiero adattivo e diretto agli obiettivi (Gustafsson, Lundqvist e Tod, 2017).

La ricerca futura dovrebbe indagare come il self talk spontaneo e finalizzato agli obiettivi cambi in funzione delle differenze individuali, come la personalità o il background culturale, delle variabili contestuali, come il clima motivazionale o i comportamenti dell’allenatore, delle variabili situazionali, come circostanze competitive e ansia, e capire soprattutto quale sia la relazione reciproca con la performance, così da mettere in atto adeguate strategia di intervento.

BIBLIOGRAFIA

Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and the emotional disorders. New York, NY: New American Library.

Brick, N. E., MacIntyre, T. E., & Campbell, M. J. (2016). Thinking and action: a cognitive perspective on self-regulation during endurance performance. Frontiers in Physiology, 7, 159.

Gustafsson, H., Lundqvist, C., & Tod, D. (2017). Cognitive behavioral intervention in sport psychology: A case illustration of the exposure method with an elite athlete. Journal of Sport Psychology in Action, 8, 152-162.

Hardy, J. (2006). Speaking clearly: A critical review of the self-talk literature. Psychology of Sport and Exercise, 7(1), 81–97.

Hatzigeorgiadis, A., Galanis, V., Zourbanos, N., & Theodorakis, Y. (2014). Self-talk and competitive sport performance. Journal of Applied Sport Psychology, 26, 82-95.

Latinjak, A., Hatzigeorgiadis, A., Comoutos, N., & Hardy, J. (2019). Speaking clearly … 10 years on: The case for an integrative perspective on self-talk in sport. Sport, Exercise, and Performance Psychology, 8, 354-367.

Van Raalte, J. L., Vincent, A., & Brewer, B. W. (2016). Self-talk: Review and sport-specific model. Psychology of Sport and Exercise, 22, 139–148.

Zourbanos, N., Hatzigeorgiadis, A., Kolovelonis, A., Latinjak, A. T., & Theodorakis, Y. (2016). The use of self-talk in the organization of a lesson in sport, physical education and exercise settings. In P. A. Davis (Ed.), The Psychology of Effective Coaching and Management (pp. 307-320). New York: Nova Science Publishers, Inc.

 

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