Mindfulness e potenziamento dell’attenzione nello sport

B-Skilled: psicologia dello sport e della performance Mindfulness e potenziamento dell'attenzione nello sport studi ricerca mindfulness atletica allenamento mentale Sentiamo sempre più spesso parlare della mindfulness applicata allo sport. Ma che cos’è questa tecnica? A cosa serve? Vediamolo insieme.

Per alcuni atleti la pressione che percepiscono nello sport può portare a impatti dannosi sulle loro prestazioni, a causa di disturbi dell’attenzione (Hill, Carvell, Matthews, Weston e Thelwell, 2017). In particolare, questo avviene nelle abilità motorie  chiuse (ad esempio i tiri liberi nel basket), dove la capacità di un atleta di concentrarsi sulle informazioni rilevanti e sul momento presente possono essere compromesse da elevati livelli di ansia (Beilock e Carr, 2001), danneggiando così la prestazione (Reeves, Tenenbaum, & Lidor, 2007).

A cosa serve la mindfulness?

La mindfulness è considerata come il processo cognitivo volto a prestare attenzione coscientemente ai propri pensieri, emozioni e sensazioni fisiche con una consapevolezza non giudicante (Kabat-Zinn, 1982).
La mindfulness (come l’ansia) può essere distinta in:

  • mindfulness di stato, ovvero valutata nel momento attuale;
  • mindfulness di tratto, cioè come tendenza di un individuo nei vari contesti (Kiken, Garlanda, Bluth, Palsson e Gaylord, 2015).

La ricerca ha dimostrato che allenamenti di mindfulness, da 4 a 8 settimane, possono migliorare le prestazioni atletiche (Zhang et al., 2016) e aumentare la consapevolezza di tratto dei giocatori (Thompson et al., 2011).

Funziona davvero la mindfulness nello sport?

Carraca, Serpa, Rosado e Palmi (2018), attraverso un programma di mindfulness di otto settimane, incentrato su esercitazioni di accettazione e di compassione, hanno cercato di migliorare la prestazione in giocatori di calcio d’élite. I risultati hanno evidenziato nei calciatori una maggiore consapevolezza e compassione oltre a una riduzione dell’ansia, dell’inflessibilità psicologica e della soppressione del pensiero rispetto al gruppo di controllo, con un miglioramento delle prestazioni sportive.

Tuttavia, al momento esistono pochi studi che cercando di indagare gli effetti di un allenamento breve di mindfulness per il miglioramento delle prestazioni sportive. Perry, Ross, Weinstock e Weaver (2017), con giocatori di golf, hanno evidenziato che con una sessione di 30 minuti, adattata dal protocollo MAC, il gruppo di mindfulness ha ottenuto punteggi più alti nelle prestazioni e nell’esperienza di flow, e ha ridotto i valori dell’ansia di stato.

Alcune attenzioni perché sia veramente efficace

Qualche anno dopo, Wolch, Arthur-Cameselle, Keeler e Suprak (2020) hanno cercato di valutare se un intervento breve di mindfulness, costituito da una registrazione audio di 15 minuti (Guided Mindfulness Meditation practice CDs, disc 3, Sitting Meditation; Kabat-Zinn, 2005), potesse migliorare le prestazioni dei tiri liberi nel basket. Gli autori hanno deciso inoltre di introdurre nei giocatori due situazioni di pressione (bassa e alta), utilizzando riprese video e offrendo incentivi economici, cercando quindi di ricreare situazioni di stress simili al match.

L’ipotesi di ricerca principale, secondo cui i tiratori sottoposti a un breve allenamento di mindfulness si esibissero statisticamente meglio sotto pressione rispetto al gruppo di controllo, non è stata supportata, così come i cambiamenti di mindfulness nei partecipanti. È difficile da determinare cosa possa aver causato risultati differenti rispetto ai lavori di Perry e colleghi (2017); potrebbe essere che 30 minuti è la formazione minima necessaria di mindfulness per produrre cambiamenti nei giocatori o potrebbe esserci un effetto di interazione tra il livello degli atleti (principiante contro intermedi) e la situazione (nessuna pressione contro pressione aggiuntiva).

Malgrado ciò il gruppo di mindfulness ha riportato livelli significativamente più bassi di ansia cognitiva e somatica durante la fase di alta pressione rispetto al gruppo di controllo, suggerendo che tale tipo d’intervento potrebbe essere d’aiuto nelle situazioni di riscaldamento pre match per i giocatori che sentono eccessiva pressione prima di entrare in campo.

Come mai si perde attenzione durante la prestazione motoria?

Tre diversi modelli spiegano la relazione tra ansia e scarso rendimento sotto pressione:

  1. il modello di distrazione, secondo cui l’abbassamento delle prestazioni durante le situazioni di pressione è causato dal porre l’attenzione su stimoli esterni non pertinenti anziché a informazioni rilevanti per l’attività (Eysenck & Calvo, 1992);
  2. il modello di auto-focus (o auto-monitoraggio), che sostiene che gli atleti rivolgono la propria attenzione internamente durante le situazioni di pressione e questo interferisce con l’esecuzione di abilità apprese (Beilock e Carr, 2001), probabilmente perché eseguite senza attenzione cosciente (Masters, 1992);
  3. il modello integrato, dove Nieuwenhuys e Oudejans (2012) hanno unito entrambe le distrazioni, interne ed esterne, che possono non escludersi a vicenda.

Recentemente Rothlin, Horvath, Birrer, e Grosse Holtforth (2016) hanno evidenziato che è l’ansia cognitiva degli atleti ad essere associata negativamente con le prestazioni sotto pressione, a differenza di quella somatica. Proprio per questo motivo, migliorare la propria capacità di concentrarsi su attività rilevanti, sul mantenere il focus sul momento presente potrebbe aiutare a prevenire peggiori prestazioni sotto pressione.

BIBLIOGRAFIA

  • Beilock, S. L., & Carr, T. H. (2001). On the fragility of skilled performance: What governs coking under pressure? Journal of Experimental Psychology: General, 130(4), 701–725.
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  • Eysenck, M. W., & Calvo, M. G. (1992). Anxiety and performance: The processing efficiency theory. Cognition & Emotion, 6(6), 409–434.
  • Hill, D. M., Carvell, S., Matthews, N., Weston, N. J., & Thelwell, R. R. (2017). Exploring coking experiences in elite sport: The role of self-presentation. Psychology of Sport and Exercise, 33, 141–149.
  • Kabat-Zinn, J. (1982). An outpatient program in behavioral medicine for chronic pain patients based on the practice of mindfulness meditation: Theoretical considerations and preliminary results. General Hospital Psychiatry, 4(1), 33–47.
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  • Masters, R. S. (1992). Knowledge, knerves and know-how: The role of explicit versus implicit knowledge in the breakdown of a complex motor skill under pressure. British Journal of Psychology, 83(3), 343–358.
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  • Wolch, N. J., Arthur-Cameselle, J. N., Keeler, L. A. & Suprak, D. N. (2020). The effects of a brief mindfulness intervention on basketball freethrow shooting performance under pressure, Journal of Applied Sport Psychology.
  • Zhang, C. Q., Si, G., Duan, Y., Lyu, Y., Keatley, D. A., & Chan, D. K. (2016). The effects of mindfulness training on beginners’ skill acquisition in dart throwing: A randomized controller trial. Psychology of Sport and Exercise, 22, 279–285.