I modelli in psicologia dello sport: il modello PACE di Cohen.

Nei precedenti articoli abbiamo esplorato il il Focus-Inspiration-Trust di Aoyagi e il modello Pure Performance di Metzler. Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei modelli in psicologia dello sport.

L’acronimo P.A.C.E. sta per Percezione, Attivazione, Concentrazione ed Esecuzione, ed è più efficace se visto come una sequenza ordinata di azioni, sia per la valutazione che per lo sviluppo delle abilità psicologiche, influenzando le prestazioni di eccellenza (Cohen, 2012).

Il modello facilita il lavoro con gli atleti a più livelli, valutando i fattori personali sottostanti che possono facilitare o compromettere l’uso coerente di queste abilità psicologiche (identità, credenze, valori, resilienza, ecc). L’autore sottolinea, inoltre, l’importanza di collaborare con gli allenatori per integrare la preparazione di tali abilità con i programmi di allenamento periodici.

Nello specifico, la prima componente, cioè la percezione, si riferisce alla consapevolezza attenta e mirata da parte del atleta su abilità tecniche, tattiche e psicologiche (ad es. regolazione emotiva, visualizzazione, dialogo interiore, ecc.), sulle situazioni di gara, sugli obiettivi da raggiungere (di risultato e di prestazione) e sui proprio valori personali. Questi fattori influenzano le valutazioni, le attribuzioni, la motivazione, l’utilizzo e l’esecuzione delle abilità dell’atleta, l’adattamento alle avversità interne e / o ambientali e l’approccio al raggiungimento degli obiettivi.

L’attivazione è strettamente collegata al concetto di percezione del proprio stato emotivo interno, e può andare lungo un continuum che va dal sonno profondo fino all’eccitazione estrema (Weinberg, 2011). Tale componente può essere valutata tramite l’IZOF, cioè la Zona di Funzionamento Ottimale, confrontando le prestazioni di successo con quelle peggiori (Cohen, Tenenbaum e English, 2005; Hanin, 2000). Una volta identificato l’IZOF, vengono insegnate all’atleta le tecniche per una regolazione emotiva ottimale (attivazione o rilassamento), così da aiutarlo a raggiungere il livello desiderato di attivazione fisiologica per le prestazioni. Trovare il livello di attivazione appropriato è essenziale, non solo per la massima disponibilità di energia, ma anche per gli effetti che l’attivazione ha sulla concentrazione. Ad esempio, all’aumentare dell’attivazione fisiologica, la capacità attentiva spesso diminuisce (Moran, 2004). Inoltre, l’ansia può influenzare l’attenzione visiva, alterando il modo in cui gli atleti identificano ed elaborano i segnali visivi (Janelle, 2008) e il loro processo decisionale (Weinberg, 2011).

Quindi la concentrazione può essere definita come la capacità dell’atleta di esercitare uno sforzo mentale deliberato su ciò che è più importante in una determinata situazione (Moran, 2011). Gli atleti devono quindi prestare attenzione in modo selettivo alle informazioni rilevanti, lasciare andare consapevolmente le potenziali distrazioni e spostare l’attenzione in modo appropriato mentre coordinano diverse azioni simultanee (Bishop et al., 2004).

Infine, una “mente errante”, cioè non concentrata, può interferire con l’esecuzione delle abilità, e quindi gli atleti devono essere allenati alla consapevolezza, concentrandosi sulle cose giuste da fare, al momento giusto, ogni volta.

L’applicazione pratica del modello P.A.C.E. è realizzata tramite un Piano di Reazione alle Prestazioni (PRP; Cohen, 2016), individuando i comportamenti osservabili da mettere in campo per migliorare la propria preparazione mentale e raggiungere gli obiettivi. La componente comportamentale di tale piano è quindi definita come un’affermazione “se-allora”, ad esempio, “Se sono troppo eccitato, farò respiri lenti e riconoscerò consapevolmente questa sensazione” o “Se dubito di me stesso, lascerò che la mia attenzione fluisca verso il mio obiettivo”.

Pertanto, l’approccio P.A.C.E, in combinazione con la PRP, può facilitare lo sviluppo delle abilità psicologiche sia durante l’allenamento che in gara, producendo secondo Cohen eccellenza delle prestazioni.

Questo articolo è stato scritto da Sergio Costa, se vuoi approfondire il tema dell‘allenamento percettivo-cognitivo puoi leggere altri suoi articoli cliccando qui.

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